Reseña sobre Todo lo que está a mi lado

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por Valeria Gaveglia

Prato, Contemporanea Festival. Nel pomeriggio del 30 settembre la piazza pratese di S. Maria delle Carceri è invasa da sette letti matrimoniali rigorosamente foderati con lenzuola bianche; lo spazio urbano si è fatto scenico ed è pronto ad accogliere sette spettatori, ognuno con l’invito a infilarsi nel giaciglio assegnatogli, sdraiato al fianco di un’attrice che reciterà per lui un monologo di 10 minuti.

Todo lo que està a mi lado è il titolo originale della performance ideata dal regista argentino Fernando Rubio, che sceglie di ambientare le quattro repliche predisposte per il Contemporanea Festival in luoghi differenti del centro storico di Prato.
Rubio lavora principalmente tra Rio De Janeiro e Buenos Aires spaziando nella sua attività dalla regia alla recitazione alle arti visive. Nelle sue opere lascia dialogare teatro e arti visive e lo fa principalmente emettendo degli oggetti dal loro naturale contesto, ponendoli in circostanze inaspettate come parchi, spazi neutri o luoghi determinati dalla loro storicità.

Le attrici della performance accolgono lo spettatore in quello che è idealmente il proprio letto, dando vita a una situazione intima, che potrebbe facilmente generare un sentimento di soggezione. Le parole dell’interprete costituiscono un racconto di vita, che il regista definisce una storia perduta d’infanzia rimasta sospesa da qualche parte nella mente e nell’anima per 25 anni. Lo spettatore è catapultato in una narrazione evocativa, per gran parte senza riferimenti spazio temporali, con l’obiettivo di toccare le corde dell’io, affinché l’"ospite" si senta protagonista del racconto.

Todo lo que està a mi lado è una performance intelligente, che affascina il pubblico attraverso la curiosità scaturita dall’eccezionalità dell’azione nella quale si è coinvolti.
Affinché avvenga il teatro c’è bisogno di un attore e almeno uno spettatore e nella performance di Rubio nulla manca.